Gli habitat principali includono boschi di abeti argentati, querce, faggete e gli abitanti dei piccoli villaggi sparsi nella riserva sono dediti all’agricoltura. All’allevamento e all’artigianato tradizionale
Il paesaggio è caratterizzato da rilievi, pianure fluviali e lacustri e da alcune sorgenti d’acqua e vanta la presenza di numerose specie animali, tra le quali la salamandra occhialuta, la rana italica, il lupo grigio e la puzzola.
Lo sviluppo demografico nell’area circostante la riserva ha seguito la tendenza decrescente tipica delle zone montane interne e sia le attività artigianali che il turismo non hanno un grande impatto sul territorio.
I principali fruitori della riserva sono le scolaresche ad aprile e maggio, e i visitatori occasionali, soprattutto d’estate. Oltre a essere importanti aree per la conservazione della biodiversità, sono anche luoghi ideali per educare le giovani generazioni al rispetto della natura e all’uso oculato delle risorse del territorio, fungendo da aule all’aperto, nonché siti privilegiati per attivare ricerche scientifiche su flora e fauna, grazie a rapporti di collaborazione con università italiane e straniere. Le due aree sono fruibili grazie a un’ampia rete sentieristica (in particolare, il sentiero Colle San Biagio, a Montedimezzo, garantisce l’accessibilità ai portatori di handicap), lungo la quale periodicamente si organizzano anche gare di orienteering, corsa podistica e mountain bike, ad aree pic-nic e a zone adibite a campeggi su richiesta. Inoltre, a Montedimezzo è presente il Centro visitatori, con sezioni dedicate alla geologia, ai legni e alla fauna, una sala proiezioni, recinti faunistici e voliere che ospitano la fauna selvatica in difficoltà recuperata sul territorio.