Chiesa Madre San Giorgio
 
Simbolo della spiritualità cittadina, la Chiesa Madre è stata costruita tra il 1790 e il 1825 sui resti di due chiese precedenti, e consacrata tre anni dopo.

 

L’edificio si articola su una pianta a croce greca, con un prolungamento del presbiterio absidale. La facciata, di gusto neo-cinquecentesco, presenta nel timpano un rilievo di San Giorgio con il drago e, in basso agli angoli, due statue dei santi Pietro e Paolo, scolpiti da un ignoto artista locale di fine ‘700 su modellini di creta forniti da uno scultore milanese. Sulle lesene della cantonata destra, ad angolo con via Porta Nuova, ci sono due piccole croci incise, ricollegabili alla posa della prima pietra nel 19 luglio 1790 e delle reliquie di San Vittorio e San Ruffino. Ai quattro angoli del primo ordine del campanile (alto 47,5 metri) si trovano, inoltre, quattro statue lapidee di figure femminili identificate con tre Marie e la Veronica, risalenti allo smembramento del polittico della Pietà presente nella precedente Chiesa Madre. La cupola centrale, alta oltre 35 m, ha un profilo schiacciato e un tempo era rivestita con tegole colorate di terracotta invetriata creando un forte contrasto cromatico con il resto dell’edificio, che però furono danneggiate da un fulmine nel 1841 e non furono più ripristinate.

 

L’interno è caratterizzato da una certa sobrietà neoclassica architettonica insieme a un corredo figurativo rinascimentale e barocco proveniente dalla precedente chiesa. L'altare barocco, a commessi marmorei fu realizzato nel 1764 nella bottega del Lamberti a Napoli. Ai lati di esso si trovano a un affresco seicentesco raffigurante San Donato, e a destra una tela seicentesca raffigurante Cristo Risorto. Accanto è posto l’altare dell’Assunta, ornato da una tela di Gennaro Maldarelli risalente al 1838. Ai lati dell’ingresso principale si trovano due nicchie, di cui una ospitante il battistero policromo in marmo e l’altra un monumento in marmo a Vitantonio Montanaro, fondatore della nuova chiesa.

Entrando, lungo la parete sinistra si apre il cappellone del SS. Sacramento, dove si conservano due coppie di paraste, con scolpite su di esse, in 42 riquadri, scene dell'Antico e Nuovo Testamento, provenienti dalla chiesa precedente. Sulla parete dell’absidiola si trova un’Ultima Cena del 1841, opera di Gennaro Maldarelli, che ne produsse una pressoché identica nella Chiesa Matrice di Mottola. L’altare maggiore è in marmi policromi, anch’esso opera di Caggiano del 1861, con un grande quadro di San Giorgio, in fondo all’abside, del 1841, di Maldarelli. Il presbiterio è stato modificato negli anni’70 del XX secolo e ospita una statua lignea di San Giorgio in una nicchia laterale e nell’altra una serie di antichi reliquiari. In vari punti della chiesa, sulle pareti in alto, sono collocati 13 quadri di Onofrio Bramante. Entrando in sagrestia, sopra la porta sono posizionati due busti seicenteschi in legno raffiguranti San Vittorio e San Ruffino. Nella stanza a sinistra sono conservate tre tele risalenti a fine ‘600 e inizio ‘700 che raffigurano il Martirio di San Bartolomeo, l’incredulità di San Tommaso e un Cristo flagellato. Nella nicchia vi è un lavabo marmoreo barocco proveniente dalla precedente chiesa e accanto all’accesso alla scala del Soccorpo si trova l’altare di San Michele, databile intorno al 1819, con un dipinto della Caduta degli angeli del 1839, anch’esso del Maldarelli. All’interno della cripta segue l’altare del SS. Rosario del 1764, con al centro una grande tela della Madonna del SS. Rosario, circondata da una grande cornice in marmo nella parete, con accanto Santa Caterina da Siena, San Domenico e 15 ovali del 1769 raffiguranti i Misteri ad opera del pittore martinese Francesco De Mauro. Nella cripta si conservano anche statue minore, tra le quali una raffigurante la Vergine Assunta.